Esperienza in viaggio: IL VIAGGIO

Agricoltura Organica e Rigenerativa: ESPERIENZA IN VIAGGIO

 

In MESSICO

 

20 Novembre – 5 Dicembre 2015

 

Il progetto è stato avviato alla fine del 2014.

In un primo momento si pensava di realizzare il viaggio a Marzo 2015, ma i tempi erano troppo stretti per poter organizzare tutto al meglio.

 

L’interesse dimostrato da molti produttori e tecnici per il lavoro di Deafal in formazione, assistenza tecnica, promozione e diffusione dell’ Agricoltura Organica e Rigenerativa sta crescendo molto in Italia, ma non solo. Come Deafal stiamo creando un network europeo di promozione di questo tipo di agricoltura, in particolar modo con la Penisola Iberica. Per questa ragione si è pensato di coinvolgere nel viaggio anche promotori e tecnici iberici, tramite un’associazione nostra partner – ARI (Agricultura Regenerativa Iberica).

Dopo la ridefinizione del budget (il contributo concesso è stato ridotto rispetto a quanto preventivato) e delle attività del progetto, da Gennaio 2015 si è iniziato a lavorare sull’organizzazione del viaggio.

Jesus Ignacio Simón Zamora (Nacho), microbiologo messicano, proprietario di Gaia Orgánicos (azienda produttrice di microrganismi benefici per l’agricoltura biologica) nonché formatore riconosciuto a livello internazionale e con il quale abbiamo organizzato due eventi in Italia a Febbraio 2015, si è reso disponibile nel supportarci ad organizzare il tour ed ad accompagnarci durante il viaggio.

E’ stato quindi definito l’itinerario e si è iniziato a promuovere il progetto ricevendo le richieste di informazioni nonché le prime iscrizioni.

Inizialmente si pensava di far partecipare solo 7 produttori italiani. Avendo deciso di far partecipare anche i rappresentanti iberici, abbiamo ampliato il numero di partecipanti (siamo quindi arrivati a 11 partecipanti, due accompagnatori ed un regista cinematografico).

Durante le fasi di organizzazione del viaggio ci siamo resi conto di quanto fosse indispensabile filmare tutto il viaggio, in modo da rendere l’esperienza uno strumento di apprendimento non solo per i partecipanti al viaggio ma anche per tutti coloro che al viaggio non hanno potuto partecipare. Per questa ragione abbiamo attivato un crowdfunding per poter coprire le spese vive di viaggio e poter pagare (seppure in minima parte) l’immenso lavoro che implica realizzare un documentario di questo genere[1].

Il 20 Novembre siamo partiti in 11 da Milano Linate (Angelo, Cecilia, Fosco, Giuseppe, Leonardo, Luigi, Mattia, Pippo i nomi dei partecipanti; Simone il regista che ha ripreso tutto il viaggio; Marco e Susanna gli accompagnatori nonché interpreti), a Londra abbiamo trovato un iberico residente in UK (Juanfran) ed i restanti 3 iberici ci hanno raggiunti direttamente in Messico (Inna, Igor e Josep Ramón). Il gruppo dei partecipanti ha passato la prima notte a Cittá del Messico.

 

Sabato, 21 Novembre, si è partiti in direzione di Uruapan, dove ci aspettava Nacho nell’hotel dove avremmo pernottato le seguenti tre notti). Una volta sistemati Nacho ci ha fatto una presentazione del loro lavoro e di ciò che saremmo andati a visitare nei giorni a seguire.

Stanchi dal viaggio e non ancora recuperati dal fuso orario la giornata si è conclusa dopo un pranzo avvenuto nel tardo pomeriggio ed accompagnato da musicisti locali che ci hanno permesso di iniziare ad acclimatarci.

 

 

 

Il giorno seguente, il 22 Novembre, prevedeva un programma molto intenso.

La mattina siamo andati a visitare la Cooperativa Tzararacua, una azienda famigliare, un esempio di permacultura e di sostenibilità sia economica che ambientale. Producono avocados, agrumi, banane, ortaggi, caffè. Hanno bestiame necessario per l’autoproduzione dei preparati per l’azienda e per aziende circostanti. Hanna pesci, maiali, galline, vacche. Hanno produzione di lombricompost e di diversi fermentati.

Oltre a produrre si occupano di affiancare produttori, formandoli e fornendo loro assistenza tecnica.

Ci saremmo fermati a parlare con i proprietari molto a lungo, ma ci attendeva la visita ad un’altra azienda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il produttore che siamo andati a visitare nel pomeriggio, Omar, oltre agli avocados ed altri frutti, si occupa di riforestare la zona e di produrre miele.

I preparati che utilizza per la fertilità dei suoi terreni li acquista esternamente (o dall’azienda di Nacho o da altri piccoli produttori locali).

Il suo terreno è caratterizzato da un’elevatissima pendenza che obbliga a realizzare tutte le lavorazioni manualmente.

I prodotti dei loro frutteti vengono esportati all’estero, principalmente negli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno seguente, il 23 Novembre, siamo partiti presto in direzione di Acambaro dove siamo andati a visitare Sierra Pack, un’azienda immensa di serre in cui si producono (dal seme all’imballaggio) ortaggi – pomodori e cetrioli-, stevia e lamponi. Tutti i prodotti sono per l’esportazione, ma quelli non adatti (per dimensione o forma) in parte vengono regalati alle famiglie dei lavoratori ed in parte venduti in una bancherella a bordo strada al stesso prezzo di quelli prodotti in forma convenzionale.

L’estensione dell’azienda ha lasciato tutti abbastanza stupefatti ed anche l’approccio alla produzione. Il metodo convenzionale è stato sostituito da input biologici, ma il principio di base nella produzione è lo stesso.

Questa visita ha generato un grande dibattito: molti principi etici (l’autoproduzione degli input, l’equa suddivisione delle risorse, il non sostituire l’agricoltura convenzionale con l’organica, etc.) non si sono visti rispettati in questa esperienza, ma allo stesso tempo si è riflettuto sul grandissimo impatto e sulle conseguenze positive di un’azienda come questa, per l’ambiente ed anche per i lavoratori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 24 Novembre è stata la giornata dedicata alla visita ai laboratori di Nacho e della sua famiglia: Gaia Organicos. Oltre a formare i produttori, ad insegnar loro come auto prodursi gli input necessari per i propri terreni, la famiglia Simòn Zamora riproduce in laboratorio microrganismi benefici, funghi ed insetti per il controllo biologico. I prodotti che escono dal laboratorio sono certificati biologici. Abbiamo trascorso la mattinata a visitare i vari ambienti del laboratorio dove Nacho ed i suoi collaboratori ci hanno spiegato i vari passaggi e le modalità per la riproduzione di questi microrganismi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terminata la visita al laboratorio, siamo andati a visitare un terreno che si trova nella periferia di Uruapan. Uno spazio che la famiglia Simòn Zamora ha acquistato da poco più di un anno e che viene utilizzato come luogo per la fermentazione di una serie di preparati, per la produzione di ortaggi in forma sperimentale e come luogo di ospitalità e scambio di esperienze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 25 Novembre abbiamo costeggiato il lago di Patzcuaro e siamo andati a visitare la Casa di Gaia, altro terreno di Nacho acquistato un paio di anni fa e in cui si stanno mettendo in pratica diverse tecniche: dalla riproduzione di microrganismi locali al keyline. Per ora si possono vedere solo delle piante ancora piccole e Nacho si è soffermato parecchio tempo a farci osservare le condizioni attuali del terreno.

Il pomeriggio siamo arrivati a Patzcuaro dove, dopo pranzo, ci siamo concessi un paio d’ore per visitare questo paesino meraviglioso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 26 Novembre abbiamo fatto una tappa a San Juan de los Lagos per permettere al nostro autista di cambiare una ruota e ne abbiamo approfittato per fare un po’ di turismo. San Juan de los lagos è una cittadina molto piccola, caratterizzata da un turismo prettamente cattolico essendo considerato un luogo di guarigione.

Non appena il nostro mezzo di trasporto è stato sistemato ci siamo diretti a visitare Suelo Vivo, una piccola azienda in cui si può apprezzare l’approccio permaculturale in tutti i suoi aspetti: dal disegno del territorio alla costruzione della casa, dalla forma degli orti all’autoproduzione dei compost. La visita è durata più del previsto ma siamo ugualmente riusciti ad andare a visitare un vicino che ci ha mostrato, estremamente soddisfatto ed orgoglioso, l’efficienza ed il funzionamento dei pollai mobili implementati alla coltura dell’avocado.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mattina del 27 Novembre ci svegliamo prima dell’alba per poter conoscere un produttore che il giorno precedente non avevamo fatto in tempo a visitare.

Siamo stati nella sua azienda dove con estrema semplicità ci ha spiegato in che modo ha implementato l’omeopatia e la permacultura nella produzione del suo miele. Ci ha spiegato come, con altri produttori locali, stanno cercando e trovando alternative al mercato convenzionale, visto che anche il commercio Equo non riesce a rispondere alle loro esigenze e non forniva un prezzo neppure minimo per i loro prodotti.

Tra i partecipanti al viaggio vi erano alcuni apicultori che sono rimasti stupefatti dalle conoscenze di quest’uomo ed hanno apprezzato enormemente le informazioni che ci ha fornito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo una giornata e mezza in compagnia di piccoli produttori, siamo andati a visitare l’esperienza di un grande produttore di agrumi (in particolare di lime).

L’estensione dell’azienda è di oltre 200 ettari e si suddivide in tre aree: una in pianura (al lato di una delle più grandi aziende di produzione di tequila) ed altre due aree in zona collinare/montuosa.

Abbiamo iniziato la visita partendo dalla zona della selezione ed imballaggio. A differenza di Sierra Pack la mano d’opera umana qui è quasi nulla e tutto funziona grazie ad un macchinario governato grazie a un sistema operativo computerizzato. Il lime prodotto ed esportato viene imballato ed etichettato in base a dove verrà inviato: cioè, lo stesso prodotto finale esce dall’azienda con tre nomi diversi e serve il mercato Nord Americano e quello Messicano.

Nella zona in pianura si vede un terreno estremamente povero e devastato dalle profonde lavorazioni avvenute per molti anni – solo da un paio di anni il proprietario ha deciso di trasformare l’azienda in biologica. Nelle zone in pendio invece si può osservare un grande lavoro di recupero del suolo utilizzando oltre agli input dell’AOR anche cover crops. Gli inputs utilizzati da questo produttore sono autoprodotti, essendo quest’ultimo anche allevatore di maiali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terminata la visita all’azienda, veniamo inviatati a pranzo in una grotta all’aperto in cima alla montagna dove possiamo godere di un meraviglioso panorama.

 

 

Il 28 Novembre andiamo a visitare un’azienda di medie dimensioni (circa 8 ettari) in cui possiamo osservare come viene implementato l’Holistic Management (principalmente nella gestione delle vacche al pascolo), il disegno Keyline e le varie tecniche dell’AOR.

Partiamo dalla spiegazione del progetto realizzato sulla mappa per poi andare a visitare diverse parti dell’azienda (i pascoli, i frutteti appena impiantati seguendo le linee chiave, l’allevamento dei maiali e le vacche).

Nuovamente veniamo invitati a fermarci a pranzo, un modo per continuare a chiacchierare con i produttori e per conoscere sempre meglio la cultura locale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 29 Novembre ci svegliamo a San Luis Potosì e dedichiamo l’intera mattinata a visitare una azienda estrattrice di minerali e produttrice di polveri di roccia per l’agricoltura. Ad accompagnarci sono i proprietari che ci mostrano il nuovo impianto, terminato da poco e realizzato anche grazie al contributo del Governo.

Ci raccontano la storia dell’azienda e ci mostrano i vari tipi di roccia che utilizzano. Ci spiegano anche come implementano i minerali estratti dalle diverse rocce in agricoltura e come sono giunti a preparare fertilizzanti specifici, con minerali diversi, per piante o suoli diversi.

Essendo domenica non possiamo vedere i macchinari in funzione, ma in ogni caso ci viene spiegato dettagliatamente il funzionamento ed il processo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 30 Novembre il risveglio è in un Hotel Eco Turistico a Huasca. Come prima attività della giornata visitiamo il centro e ci viene spiegato in che modo è stato costruito, la fitodepurazione, come è stato riforestata la zona di proprietà del centro e la funzione delle varie aree.

Il resto della giornata viene trascorso visitando prima una piccola esperienza di permacultura (un progetto studiato per due persone, funzionante ed in linea con i principi di sostenibilità ambientale ed economica) e poi un produttore leggermente più grande (considerato grande per la zona e per la suddivisone delle terre in questa parte del Messico decisamente più rigogliosa e caratterizzata da terrenoi con orografia molto irregolare) che sta sperimentando la coltura degli ulivi. In questa occasione sono i partecipanti al viaggio che possono dare diverse informazioni a Flavio (il produttore) avendo in Europa maggiore conoscenza di questo tipo di coltura.

L’1 Dicembre raggiungiamo in barca l’altra sponda del lago per andare a vedere una valle con conformazione di Prismi basaltici. Dopo una rapida visita e passeggiata, ci rimettiamo in cammino in direzione della Fondazione Xochitla (un parco ecologico di 70 ettari di estensione situato a nord di Città del Messico), dove ci stava aspettando il professor Juan Manuel Martinez Valdez. Dopo pranzo ci viene presentato il progetto ed il metodo biointensivo grazie ad una conferenza realizzata in una sala della struttura di proprietà del Parco, luogo dove trascorreremo la notte.

 

 

 

 

 

 

Il 2 Dicembre abbiamo visitato diverse parti del Parco e Mateo, il responsabile tecnico della Fondazione Xochitla, ci ha mostrato anche il laboratorio, la zona di ricerca, di compostaggio, di fermentazione e ci ha portato a visitare l’orto biointensivo da cui si rifornisce il ristorante funzionante nel Parco.

Ha dato informazioni interessanti per il controllo di alcuni insetti e malattie, nonché spunti di riflessione anche per la creazione di attrezzi che possono semplificare il lavoro di campo o la selezione dei semi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recuperato il pranzo al sacco ci siamo diretti a visitare le rovine preispaniche di Teotihuacàn: uno dei maggiori siti archeologici mesoamericani, conosciuta per le sue imponenti piramidi e le pregevoli architetture. Oltre alle citate piramidi, Teotihuacan appare importante anche per il suo significato antropologico dovuto ai suoi complessi residenziali multi-familiari, al “Viale dei Morti” e per la piccola parte dei suoi vivaci murales eccezionalmente ben conservati.

 

Ormai il viaggio volge al termine. Dopo la visita alle piramidi ci dirigiamo a Città del Messico dove passiamo le ultime due notti.

La mattina del 3 Dicembre ci dirigiamo a Xochimilco, zona a sud di Città del Messico, conosciuta e caratterizzata dalla presenza dei canali e delle Chinampas.

Un tempo Città del Messico era tutta solcata da canali e ci si muoveva in barche (un po’ come avviene a Venezia). Nelle Chinampas ci viene spiegato il metodo tradizionale di coltivazione, come vengono preparati i letti di semina con il fango estratto direttamente dai canali e come queste tecniche ancestrali si implementano assieme a soluzioni minerali o fermentati proposti dall’AOR.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 4 Dicembre è il giorno della partenza. Tre iberici si dirigono ad Uruapan con Nacho (si fermeranno qualche giorno in più per approfondire le conoscenze nella riproduzione di microrganismi), uno riparte la mattina mentre il gruppo degli italiani ne approfitta per conoscere il centro storico di Città del Messico.

 

E poi si riparte e si ritorna a casa propria, ognuno arricchito di un esperienza indimenticabile, con molti propositi e con la difficoltà nel separarsi tipica dei gruppi affiatati che risulta difficile incontrare ma che quando si creano risulta impossibile separare.

Ancora oggi (a metà Gennaio) continua ad esserci un fervido scambio di messaggi su whatsapp. Le difficoltà della lingua non hanno impedito la comunicazione.

Ancora oggi stiamo condividendo foto, riflessioni, valutazioni.

Esperienza in viaggio non sono stati quindici giorni di tour, è stata un’esperienza iniziata molto prima e che continuerà a vivere in ognuno dei partecipanti ed in chi vedrà il video.

 

ESTRATTI DA ALCUNI COMMENTI DEI PARTECIPANTI AL VIAGGIO

 

Este viaje me ha aportado en lo personal, en lo profesional y sobretodo en lo grupal…
Qué bien encontrar a otra persona al otro lado del atlántico que trabaja con los análisis de suelo exactamente igual que uno!!

“OpenSource” es el futuro. Compartir. Gracias Nacho…

En este viaje también he aprendido a integrar cada vez más. Menos simplicidad…

Vaya curro hay detrás de la organización de un viaje de este calibre!!”

 

 

Ero partita con l’idea che sarebbe stato un viaggio interessante di sicuro (anche se non sapevo bene cosa aspettarmi) ma che probabilmente, visto che non lavoro nella pratica agricola, non avrei potuto riportare le cose viste e apprese a un livello pratico una volta tornata. L’anno scorso ho partecipato a un corso internazionale di agroecologia in Nicaragua, ma mentre da quel corso sono tornata con begli ideali ma confusa sul da farsi, grazie a quest’esperienza in Messico ho potuto visualizzare in maniera più concreta quali potrebbero essere i prossimi passi per me. La AOR condivide con l’approccio dell’agroecologia lo stesso modello di trasformazione del sistema agro-alimentare, ma rispetto a quest’ultima, mi pare che sia molto più pratico e fornisce una serie di conoscenze, metodi e strumenti che permettono a chi lavora in agricoltura di cambiare/migliorare il proprio sistema…

 

 

No fui con ninguna expectativa, por lo que por mi parte las ha sobrepasado. Pudiera dividirlo en dos grupos:

                   – Humano.- como grupo me ha encantado y ha sido mucho mas facil la convivencia de lo que pense, fuimos todos los que eramos y teniamos que ser todos los que fuimos. Me encanto mucho conocer a muchos de vosotros.

                   – “Profesional”.- Ha sobrepasado mis expectativas en cuanto al tejer redes de trabajo, compartir y saber que hay mucha gente en la misma lucha. Me quedo muy contento con la gente y nuevas posibilidades que se presentan. En cuanto a los proyectos que visitamos habia de todo, algunos que impresionaron o interesaron mas que otros, pero los que menos gustaron debiamos visitarlos para poder apreciar y comparar con los demas, fue bueno porque cubrimos un amplio abanico de proyectos…

En cuanto a mi vida profesional el viaje va a ser un punto de inflexion importante, ya que he aprendido y adquirido muchisimos conocimientos en cuanto a lo que me dedico, muy contento.”
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Il crowdfunding sará attivo fino al 31 Gennaio 2016 – https://www.produzionidalbasso.com/project/esperienza-in-viaggio-dal-progetto-al-film/