Agricoltura Rigenerativa: storia e protagonisti in Italia

Qual è la storia dell’agricoltura rigenerativa? Quando nasce e quando arriva in Italia? Nel terzo articolo del ciclo dedicato all’agricoltura rigenerativa proviamo a rispondere a queste domande. 

La storia dell’agricoltura rigenerativa

In un recente articolo è stato ricordato come il termine agricoltura rigenerativa sia stato usato per la prima volta in un libro di Medard Gabel nel 1979, e nei primi anni ‘80, è stato poi meglio articolato da Rodale. La sua diffusione nelle aziende agricole ha dunque toccato prima gli Stati Uniti, per poi “contaminare” altri paesi e continenti in tutto il corso degli anni 2000.

L’origine dell’idea di un nuovo modello produttivo, rappresentato dall’agricoltura rigenerativa, è emersa dalla crisi profonda che affligge l’agricoltura moderna. Il modello agricolo industriale, con la sua enfasi sulla monocoltura e la dipendenza da input esterni, ha portato a una degradazione delle risorse naturali, compromettendo l’equilibrio tra le risorse naturali e l’attività agricola. L’uso diffuso di fertilizzanti di sintesi e diserbanti ha causato dispersione nell’ambiente di sostanze nocive, con impatti negativi sulla fertilità del suolo e sulla qualità dell’acqua.

Secondo i dati del Global Land Outlook redatto dalla UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification), i sistemi alimentari sono la principale causa di perdita di biodiversità, dell’80% della deforestazione e del 70% dell’uso di acqua dolce. Inoltre, sono responsabili del 29% delle emissioni climalteranti mondiali.

Sempre secondo UNCCD, inoltre, la percentuale globale di suoli degradati è del 52% e sale fino al 60/70% se guardiamo all’Europa. Se le tendenze dell’agricoltura convenzionale non verranno arrestate, addirittura il 90% della superficie terrestre potrebbe essere degradata entro il 2050.

L’agricoltura rigenerativa si propone come alternativa, basando il suo approccio sulla rigenerazione del suolo e sulla corretta nutrizione delle piante. Affronta fenomeni come la compattazione del suolo e l’erosione attraverso pratiche sostenibili e condivide le conoscenze scientifiche con gli agricoltori. Questo approccio non solo mira a incrementare la produttività ma cerca di trasformare l’azienda agricola in un sistema efficiente dal punto di vista economico, ambientale e sociale, contribuendo a contenere i costi di produzione e a migliorare la sostenibilità complessiva del settore.

L’Agricoltura Rigenerativa in Italia: la storia di Deafal

In Italia, a partire dal 2010, Deafal ha raccolto le suggestioni e le visioni dei tecnici e dei movimenti agroecologici latinoamericani e rigenerativi anglosassoni, incrociandole con le competenze e le esperienze delle aziende agricole e dei tecnici italiani. Negli anni 2011-2012 Deafal ha iniziato a collaborare con il mondo della ricerca scientifica nel progetto “Agroecologia e Sostenibilità Ambientale in Lombardia”, finanziato dalla fondazione Cariplo e condotto dalla nostra associazione insieme all’Università di Camerino. 

Dal 2014 Deafal ha definito il proprio lavoro di diffusione e applicazione delle pratiche rigenerative ed agroecologiche come Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR). In questi anni, attraverso le pratiche e i principi dell’AOR, sono stati formati oltre 4.500 agricoltori e sono state seguite in campo circa 200 aziende agricole. 

Sempre nel 2014 è stata formulata la vision di Deafal, che racchiude i principi che ancora oggi guidano le attività tecniche e politiche dell’associazione:  “Rigenerare i suoli per rigenerare le società. – Comunità sociali e naturali complesse si radicano e evolvono grazie al riconoscimento della dignità delle persone e all’interazione armonica tra mondo rurale ed urbano”.

Nel 2015 è stato pubblicato con la casa editrice LEF la guida pratica “Manuale di campo. Agricoltura Organica e Rigenerativa”. Per tutta la metà degli anni ‘10 sono stati strutturati percorsi formativi articolati in moduli e promossi in collaborazione con enti di formazione regionali (percorsi formativi finanziati tramite PSR).

Nel 2018, anno molto importante per la crescita di Deafal, è stato registrato il logo “Agricoltura Organica e Rigenerativa”, e soprattutto l’associazione ha elaborato e pubblicato la carta dei principi e dei valori dell’AOR.

Nel 2019, le esperienze e gli studi dei primi dieci anni di lavoro sono stati pubblicati dall’editore Terra Nuova  nel libro “Agricoltura Organica e Rigenerativa. Oltre il biologico: le idee, gli strumenti e le pratiche per un’agricoltura di qualità”, scritto dal coordinatore tecnico  Matteo Mancini.

Dal 2020 le collaborazioni con Università e centri di ricerca su progetti a livello nazionale e internazionale sono diventate frequenti e strutturate, come il partenariato con il CNR su progetti PSR Toscana.  

Nel 2022 è iniziato un processo partecipato di costituzione di una realtà fatta da produttori agricoli che con l’intenzione di tutelare i principi e i valori dell’AOR. Questo percorso ha portato nel maggio 2023 alla costituzione della “Associazione Nazionale produttori per l’Agricoltura Organica e Rigenerativa”.

L’Associazione Nazionale produttori per l’Agricoltura Organica e Rigenerativa

La nascita dell’Associazione Nazionale produttori per l’Agricoltura Organica e Rigenerativa segna un passo importante per il movimento rigenerativo. L’Associazione, di cui da poco è online il sito internet, nasce e lavora per promuovere le tecniche di agricoltura e allevamento rigenerativi, condividere e divulgare le conoscenze con aziende e tecnici, tutelarne gli interessi nelle sedi politiche ed istituzionali e formare persone e consumatori sui benefici legati al consumo di cibi da agricoltura rigenerativa.

L’associazione Produttori AOR nasce da un gruppo di persone, aziende e associazioni provenienti da tutt’Italia che da diversi anni lavorano implementando l’Agricoltura Organica Rigenerativa, riunite con la volontà di tutelare e divulgare i suoi principi e i valori.

Coesi nell’esigenza di un protocollo che permetta di riconoscere le aziende agricole che fanno agricoltura rigenerativa, l’Associazione riconosce i produttori che perseguono  la stessa etica  produttiva, principi e valori alla base dell’approccio rigenerativo, a partire da questionari di autovalutazione.

 

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