Due giorni con Rubén Borge

Alla scoperta dei microrganismi

Il 15 e il 16 febbraio, presso l’azienda agricola San Bonifacio di Villa Bartolomea (VR), abbiamo realizzato un corso di Microbiologia applicata all’agricoltura, tenuto da Rubén Borge di Rockin Soils. In questi due giorni alle lezioni frontali in aula sono stati alternati dei momenti di pratica in campo.

Inizialmente, dopo l’introduzione sull’Agricoltura Organica e Rigenerativa e il lavoro svolto da Rockin Soils, ai corsisti è stata fatta un’infarinatura generale sulla relazione tra piante e microrganismi del suolo, sui principali gruppi microbiologici (batteri lattici, funghi, alghe, lieviti) e sulle le loro forme vitali, attive e inattive. Abbiamo parlato della loro fisiologia e della morfologia, in modo da essere poi in grado di riconoscerli, una volta passati alla parte pratica.

In seguito, ci siamo addentranti nell’argomento approfondendo il ruolo dei microrganismi nei processi di aggregazione e umificazione del suolo, e dunque il loro inserimento nel ciclo dell’azienda agricola.

Si è visto quali strumenti e quali metodologie (a basso costo) possono essere utilizzati da agricoltori e tecnici per fare una diagnosi della qualità del suolo, a partire dall’osservazione della struttura e della tessitura.

Infine, abbiamo concluso la prima giornata imparando a riprodurre le varie tipologie di microrganismi locali a partire da materiali facilmente reperibili: cavolo verza, riso e latte per i batteri lattici; acqua di stagno per le alghe; succo di frutta e farina per i lieviti; trappole di riso per i funghi. Una volta ottenuti gli inoculi, ne abbiamo visto le possibili applicazioni in ambito agricolo.

Il secondo giorno è stato dedicato alla raccolta dei campioni di 3 diverse tipologie di suolo: quello di un bosco, di un terreno coltivato in biologico e di uno convenzionale. Rubén ci ha insegnato a preparare i vetrini a partire dai campioni di suolo, a utilizzare il microscopio ottico e lo stereomicroscopio.

Una volta preparato il materiale, abbiamo iniziato l’osservazione, analizzando le differenze microbiologiche e strutturali dei campioni. È stato interessante notare come il suolo di bosco fosse molto più ricco di funghi e di sostanza organica rispetto agli altri due; il terreno gestito in convenzionale più povero di macro-aggregati e microrganismi; quello in biologico con caratteristiche intermedie.

Durante questa formazione non ci siamo focalizzati sulla conta dei microrganismi, ma sulla presenza/assenza di gruppi funzionali benefici o dannosi e  sulla valutazione del loro grado di biodiversità. In questo modo abbiamo appreso un nuovo metodo qualitativo per diagnosticare la qualità di un suolo, da aggiungere agli altri preziosi strumenti valutativi dell’Aor.